martedì 14 aprile 2015

Humandroid (2015)

Se guardate la locandina e non vi sembra il titolo giusto, non vi spaventate, il titolo originale è CHAPPiE, ma siccome noi italiani siamo speciali e sicuramente più bravi a dare il nome ai film, allora l'abbiamo chiamato humandroid e non importa se CHAPPiE fosse un titolo voluto, a noi piace humandroid e vogliamo humandroid e guai a chi dica il contrario.
Perdonate il sarcasmo un po' critico ma queste licenze che si prendono i distributori italiani proprio non le capirò mai se non in casi specifici, fatto sta che in questo caso il titolo nonchè il nome del nostro roboprotagonista (mi prendo anche io la libertà di creare un neologismo) è abbastanza importante se vogliamo entrare nella logica della pellicola, infatti CHAPPiE è un nome simpatico dato quasi da un bambino, proprio perché il nostro protagonista è un bambino, con un'intelligenza artificiale a quanto pare identica alla nostra coscienza e anche se molto più rapida nell'apprendimento deve comunque partire da zero.
Come avrete ormai capito siamo in un futuro non troppo lontano ma comunque fantascientifico e il nostro infantile robot si trova a crescere in un clima di guerriglia urbana, causa di questa baraonda è il grande Hugh Jackman (Vincent Moore) che, trovandosi con un budget sempre minore a causa dell'incredibile efficienza dei fratellini di CHAPPiE non dotati dell'I.A. ma di un sistema più semplice (di fatto sono armi a disposizione della polizia), distrugge tutti i robot.
Deon (Dev Patel) creatore di questi droidi e di CHAPPiE stesso, si trova a cercare in tutti i modi di difendere la sua creazione da due fronti: la crescente delinquenza in cui si immerge e dall'immenso Mostro (MOOSE in lingua originale, Alce).
Lascio a voi concludere il film, per quanto riguarda il mio giudizio non mi è per niente piaciuto, forse considerando che dovrebbe far parte di una trilogia bisognerà giudicarlo meglio con uno sguardo al futuro ma a prima vista non c'ho trovato veramente niente di bello. Viene di nuovo fuori il tema dell'I.A. e di ciò che potrebbe o non potrebbe accadere, della morale che forse dovremo adottare in un futuro che sembra essere sempre più vicino, insomma Asimov va ancora di moda. Le musiche non dispiacciono e il richiamo ai videogiochi anni '80/'90 sono molto carini per chi come me viene da quella generazione. Concludo parlandovi dell'ambientazione, trovo preoccupante quanto Johannesburg (Sudafrica) somigli ad una grande metropoli americana e per tutto la visione del film avrei giurato che fosse il nuovo continente e non la punta meridionale dell'Africa se non fosse per le tante volte in cui viene ripetuto il nome della città.
Non mi resta che augurarvi a tutti una buona visione!


Valutazione 5/10.

Nessun commento:

Posta un commento