mercoledì 29 aprile 2015

Il Grande Dittatore (1940)

Ero piccolo quando mia mamma mi regalò, attraverso la televisione, uno dei personaggi più divertenti che la storia del novecento abbia mai visto, naturalmente questo personaggio è Charlie Chaplin. Quante risate mi ha fatto fare, tante che, crescendo, ho voluto riguardare i suoi film, rendendomi conto che il messaggio che passava attraverso le sue opere era molto più che una semplice risata.
Tralasciando questo breve prologo veniamo al film che vi recensisco oggi, una grande novità per i tanti amanti del cinema di circa 75 anni fa: Il Grande Dittatore!
Premettiamo che in Italia, a causa del tema, è arrivato quasi dieci anni dopo l'uscita e ha subito una forte censura, quindi è stato modificato varie volte negli anni a seguire, detto questo siamo di fronte ad una parodia cinematografica del nazismo e in parte anche del fascismo.
Ci troviamo verso la fine della prima guerra mondiale e una simpatica camerata ne combina di tutti i colori nell'aiutare la sua patria, la grande Tomania (Germania), al conseguimento della vittoria, durante il combattimento fa una grande amicizia per poi perdere del tutto la memoria. Molti anni dopo si ritrova a fare il barbiere nel piccolo ghetto ebraico, e poi in maniera un po' goliardica accade l'inevitabile trambusto portato da Hynkel (Adolf Hitler), fin qui non ci sarebbero problemi (storici) se non fosse che il povero berbiere ebreo e Hynkel sono due gocce d'acqua. Naturalmente i due sono interpretati dal grande Chaplin, non mi sto a dilungare sulla storia, sappiate però che, guardandola oggi, fuori dal contesto in cui è nata, la pellicola, potrebbe risultare perfino offensiva. In realtà il periodo storico è proprio all'avvio della guerra quindi voleva essere una sorta di satira politica alla follia tedesca, i campi di concentramento non erano ancora ben definiti e la sofferenza del popolo ebraico era ancora poco chiara se non per i molti fuggiaschi che arrivavano nel nuovo continente dalla vecchia Europa, di fatto il film non vuole assolutamente offendere il popolo ebraico ma, la poca informazione giunta nelle Americhe, porta ad immagini che possono sembrare sarcastiche sull'accaduto.
Ciò che, personalmente, mi ha colpito di più è il bellissimo discorso verso la fine del lungometraggio, dove il barbiere si trova al posto del cancelliere tomaniano a fare un discorso all'umanità, regalandoci uno dei più bei messaggi di pace vista l'epoca e ciò che stava accadendo in Europa.
Non esiste un trailer del film, quindi vi lascio con questo bellissimo discorso e non posso dare una valutazione a questo capolavoro.
Buona serata e spero anche una buona visione!

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