domenica 31 maggio 2015

V per Vendetta (2005)

Ribellione, termine difficile, lo si può vedere sia con un'accezione positiva che negativa, se pensiamo ad un popolo che si ribella alla tirannia dello sfarzoso governo di sicuro la nostra bilancia punterà l'ago verso la positività del termine. Purtroppo però, soprattutto negli ultimi tempi, è diventato sinonimo di vandalismo e criminalità ne abbiamo viste di tutti i colori, quando ci servirebbe una vera ribellione, molto diversa, oppure più semplicemente seguiamo l'esempio di V.
Siamo in Inghilterra, in una Londra futuristica, dove un governo imperialista, tirannico, di ideologia nazionalista, che rimanda facilmente il pensiero al nazismo tedesco si impone su un popolo abbietto usando la paura per guidare la gente. E' in questo clima che Evey (Natalie Portman), una giovane ragazza rimasta orfana a causa di questo terribile governo dittatoriale, si imbatte in due "Castigatori" (una sorta di polizia) che tentano di stuprarla, verrà prontamente salvata da V (Hugo Weaving), una figura avvolta nel mistero, che dopo alcuni atti terroristici contro il governo prenderà sotto la sua ala protettrice la giovane e sarà per lei un mentore se così si può definire.
Questo è il succo del succo del succo della trama, perchè mi sentirei male a svelarvene di più è un film che va gustato e apprezzato in ogni sua piccola sfumatura. Piuttosto discutiamo del simbolo più importante della pellicola, la maschera di Guy Fawkes, ribelle inglese che tentò di far esplodere la Camera dei Lord nel lontano 5 novembre 1605. V indossa sempre questa maschera avendo il volto sfigurato a causa di un laboratorio sperimentale pre-regime dittatoriale, e sia il fumetto che il film in particolare hanno reso tale oggetto di una fama unica, oggi lo vediamo spesso come simbolo di ribellione per nascondersi il volto, la famosa comunità di hacker ribelli, Anonymous famosi per i grandi attacchi informatici a ditte e siti importanti lo usano come immagine per rappresentarsi. Hugo Weaving (famoso per il ruolo di Elrond. dell'agente Smith e di tanti altri) anche se a volto coperto riesce in un'interpretazione da manuale, vi farà strabuzzare gli occhi e sarete completamente immersi nel film non solo grazie a lui ma anche alla fantastica Natalie Portman (famosa per il ruolo di Padme in Star Wars) che col suo fascino, la sua bravura e chi più nè ha più nè metta sarà una vero piacere per gli occhi.
Il film è un successo ormai ben conosciuto, con una connotazione un po' dark data dall'era fumettistica che varia sempre più tra splatter e ambiente goth, con poche speranze di successo per l'eroe di turno.
Ho parlato anche troppo ma questo lungometraggio è una vera perla della cinematografia e mi invoglia nel parlarvene, starei ore e ore a scrivere, ma per stasera non posso dirvi altro che: Buona visione!


9/10

sabato 30 maggio 2015

Certamente Forse (2008)

Mamma mia che film, mi sono perso completamente in questa commedia romantica di Adam Brooks.
La storia è abbastanza complicata: la piccola Maya (Abigail Breslin) appena affrontata la prima lezione di educazione sessuale a scuola, pacatamente si fionda sul povero papà (Ryan Reynolds) ignaro di tutto e dopo essere tornati a casa in un impervio viaggio pieno di domande di ambito sessuale, si lancia alla scoperta della vita amorosa del giovane padre. Will allora da bravo papà si inventa un giochetto, gli racconterà tutta la sua storia senza svelare i nomi delle protagoniste, e la piccola dovrà indovinare qual è la mamma (Elizabeth Banks) dalla quale il padre si sta recentemente separando.
Ed ecco il racconto che si avvia dal lontano 1992, dove Will si trasferisce a New York per intraprendere una carriera politica dopo il college, lasciando la fidanzata ai suoi studi, promettendole di sentirla ogni giorno ecc ecc...
La lontananza non è mai una cosa sana in una coppia giovane ed ecco allora che si mollano, Will avrà altre due grandi storie d'amore da raccontare alla piccola, una delle quali sfocia in una grande amicizia.
Beh se volete sapere chi è la mamma tra le tre relazioni raccontate, guardate il film, io non vi svelerò di più, anzi in questa sorta di "How i met your mother" vi metterò un'altra pulce nell'orecchio, il primo amore lo rincontrerà, come anche il secondo e il terzo.
Che storia, mi è piaciuta tantissimo, soprattutto il finale, anche se sono rimasto un pelo interdetto, il titolo di sicuro non aiuta, nemmeno in inglese visto che è la traduzione parola per parola dalla lingua anglosassone, di sicuro quella piccola bambina riesce a porre le domande giuste, e presa dal gioco del padre sarà la vera colonna portante che vi aiuterà a sorreggere la difficile storia molto intricata.
La cosa che mi ha colpito molto oltre al bel film sono le musiche, che accompagnano molto bene la storia, ma anche vedere come l'america viveva durante la mia scuole inferiore è stato particolarmente interessante, del resto un intero oceano ci separa e i cellulari erano agli albori.
Un grande saluto a tutti, e continuate a seguirci! Buona serata!


7/10

venerdì 29 maggio 2015

Il Lato Positivo - Silver Linings Playbook (2012)

"Quando ricordiamo che siamo tutti matti, i misteri scompaiono e la vita diventa comprensibile." (Mark Twain)

Vi domanderete come mai ho voluto deliziarvi di questo breve aforisma di Twain, molto semplice, il film di oggi tratta principalmente di follia, o naturalmente è la chiave di lettura che ho individuato nel tentativo di comprendere questa pellicola di David O. Russell.
La trama è semplice da riassumere, Pat Solitano (Bradley Cooper) è un uomo affetto da una lieve forma di bipolarismo che esplode quando sua moglie lo tradisce, picchiando a sangue il "malcapitato" amante. Dopo aver passato otto mesi di pena in un istituto psichiatrico, la madre lo riporta a casa, dove, 'uomo ancora mentalmente instabile cerca di contattare la moglie in ogni modo, invece incontra Tiffany (Jennifer Lawrence) anche lei in via di recupero dallo stato depressivo causato dalla perdita del marito. I due allora crescendo a vicenda, usando come espediente il ballo, si trovano ad affrontare una gara dove in palio non ci sarà solo la vittoria ma molto di più.
Sono stato estremamente conciso ci sarebbe troppo da dire, è un film molto complesso che solo grandi attori come Cooper, la Lawrence e De Niro, diretti da O.Russell, potevano trasformare in questo piccolo capolavoro! Se non l'avete ancora capito questo lungometraggio mi è piaciuto troppo, l'avrò rivisto una decina di volte, ammetto che, causa di questa passione, è anche la mia infinita ammirazione per la fantastica Jennifer Lawrence, che in questo film dà il meglio di sè considerato anche l'Oscar vinto come migliore attrice protagonista. Bradley Cooper nel ruolo del matto Pat è incredibilmente bravo, reale e concreto, mi sono chiesto come mai non l'abbia vinto pure lui l'Oscar, e anche se sottovalutato nel ruolo marginale del padre di Pat, anche Robert De Niro riesce in un'interpretazione magistrale, riprodurre un atteggiamento ossessivo compulsivo non è facile, anzi non avendolo vissuto ci risulta difficile e siamo tutti bravi a prendere in giro queste piccole ossessioni.
La tematica comunque rimane difficile, il campo affrontato non è da tutti e non tutti riescono in questo successo, naturalmente viene tratto da un omonimo libro (titolo inglese), perchè solo in un romanzo si poteva parlare di un tema simile in questa maniera, o in un film. E' incredibile come a volte non ci rendiamo conto che noi stessi abbiamo delle piccole follie quotidiane, forse a volte anche grandi, ma ci dimentichiamo facilmente di chi vive delle vere condizioni di follia causate da qualche disastro che ci ha colpiti interiormente. Di sicuro bisogna sempre coglierne "il lato positivo".
Spero che vi godiate questa piccola perla e vi auguro una buona serata!


8/10

giovedì 28 maggio 2015

L'ultimo Lupo (2015)

Nonostante la cultura cinese sia immensa e per secoli incredibilmente avanzata, non mi ha mai affascinato, preferisco il vicino Giappone, ma cerchiamo di non divagare. "L'ultimo Lupo" un film di Jean-Jaques Annaud, tratto dal romanzo "Il totem del Lupo" di Jiang Rong, tratta la storia di uno studente di Pechino, Chen Zhen (Shaofeng Feng), che durante la Grande rivoluzione culturale cinese è uno dei primi a fare domanda per spostarsi dalla città per portare la cultura nelle lontane periferie. Viene mandato in Mongolia insieme a Yang Ke (Shawn Dou) anche lui un giovane studente della capitale, si trovano quindi a dover insegnare a leggere e a scrivere ai figli di una comunità di nomadi che vivono dell'allevamento ovino e di quello che concede la terra. Questa tribù vive in un particolare equilibrio con le creature della steppa, tra cui i terribili lupi, venerati e temuti come dei. Il ragazzo si innamora della specie, tanto da volerla studiare ma senza l'approvazione del capo della comunità si deve rassegnare almeno fino a quando l'equilibrio è intatto. Il mite clima di pace non dura a lungo, il Governo Cinese decide di sterminare tutti i cuccioli di lupo, soprattutto per il commercio che ne deriva principalmente dalla pelliccia, ma Chen convinto delle sue idee ne riesce a salvare uno e.....
E buona visione, la mia breve trama finisce qui, ora parliamo un attimo del film: nasce da una collaborazione tra il cinema francese e quello del grande stato asiatico, è un ottimo lavoro, anche se in certi spezzoni leggermente noioso, molto bella invece e ben definita la cultura mongola, molto spirituale nel suo contesto pagano, le tradizioni difficili da inglobare per dei ragazzi di città, sono particolarmente difficili, come lasciare i cadaveri dove sono e alla natura stessa.
Purtroppo la mia poca familiarità con la cultura cinese non mi aiuta, mi può venire invece incontro la mia conoscenza del cinema francese, il film rientra molto nei canoni, non dell'ultimo periodo tra commedie e drammatici, ma nel periodo precedente di riflessione, mi viene in mente "Uomini di Dio", ma anche altri capolavori della cinematografia francese, che tendeva ad essere sempre su questo clima riflessivo, portando spesso il pubblico, più abituato all'azione, ad annoiarsi.
Nel complesso comunque è un buon film, lascia molti spunti, apre molte parentesi e soprattutto vi mostra i lupi, queste incredibili creature che nel nostro paese sono quasi del tutto estinte, che hanno affascinato non solo il protagonista, ma anche me.
Buona serata a tutti, enjoy!


7.5/10

mercoledì 27 maggio 2015

Tomorrowland - il mondo di domani (2015)

Immaginate che tutte le più grandi menti degli ultimi secoli si uniscano in un mondo fuori dalla burocrazia, con fondi infiniti, dedicato solo ed esclusivamente all'incremento della scienza e delle sue possibilità. Allora e solo allora nascerebbe Tomorrowland, il mondo di domani, un mondo che vive però nell'egoismo, in una dimensione diversa dalla nostra vivendo nel reclutare e nel far conoscere questo mondo solo a dei sognatori, non curandosi minimamente del nostro mondo ormai da loro abbandonato, e se con le tecnologie tanto avanzate riuscissero a prevedere il futuro e comprendere che il pianeta terra sta giungendo alla fine nella nostra dimensione, come si comporterebbero?
Lo dovete scoprire al cinema!
Di sicuro le avventure della giovane Casey Newton (Britt Robertson) accompagnata dal grande George Clooney nel ruolo di Frank Walker vi immergeranno in un mondo fantascientifico dove il sogno può diventare realtà ma come anche lo può diventare il vostro peggior incubo.
Clooney in un ruolo molto diverso dalle sue abituali interpretazioni si comporta molto bene, ma forse la storia un po' carente non rende merito all'attore che secondo me non ha ancora trovato una parte che dimostri il suo grande valore, quella bravura che che ci ricordiamo anni or sono nella serie televisiva ER. Non mi è piaciuta per niente la protagonista, forse anche un po' per colpa del ruolo svolto, ma la cosa che mi si è impressa di più in mente sono i suoi gridolini di paura che mi riecheggiano ancora nelle orecchie e anche dopo aver ormai realizzato la natura fantascientifica del viaggio e avendone passate tante da non dover più rimanere sorpresa.
Da tenere d'occhio invece Raffey Cassidy nel ruolo di questa piccola androide, reclutatrice di geni incompresi, mi ha veramente colpito, lo sguardo vacuo, la giusta dose di emozioni che un robot può passare visti i suoi tanti predecessori potrebbe essere una futura grande attrice.
Parlando del film, in generale, mi ha un po' deluso, già i trailer non mi ispiravano in maniera ossessiva ma anche dopo aver visto il film nella sua totalità, non ho trovato sto gran apprezzamento, la pellicola l'ho trovata solo una grande pubblicità per l'EXPO.
Anche per oggi mi sono espresso, spero di non avervi deluso e vi auguro una buona serata.


6,5/10

martedì 26 maggio 2015

Adaline - L'eterna giovinezza (2015)

Essere sempre giovani nell'età in cui la nostra bellezza e prestanza fisica è o era al massimo, è un sogno di molti, quasi tutti vorrebbero l'eterna giovinezza, sono state scritte favole, libri e prodotti film, solitamente accompagnati all'idea di immortalità.
Ecco da questo clichè nasce "The age of Adaline" il film di Lee Toland Krieger, ed ecco ancora che i nostri traduttori hanno spremuto le loro menti e hanno deciso di cambiare il titolo facendo i soliti errori (se guardate il film capirete).
Adaline (Blake Lively) è una bellissima donna, nasce nel 1908, si sposa ed è madre di una bellissima bambina, diventa vedova pochi anni dopo ed infine ha un incredibile incidente che però le sconvolgerà la vita, non potrà più invecchiare. Col passare degli anni alcuni notano la stranezza dell'incredibie bellezza preservata, allora dopo un'infrazione stradale, capendo la straordinaria magia, degli agenti FBI la rintracciano e cercano di catturarla, probabilmente per degli studi di laboratorio. Adaline riesce a scappare dalla macchina e da quel giorno in poi è costretta a cambiare identità ogni dieci anni. L'unico contatto che le rimane è la figlia (Ellen Burstyn) e per anni continuerà a nascondersi fino ai giorni nostri.
Sarebbe brutto continuare, non si può rovinare un film così bello raccontandolo con le mie semplici parole che non donerebbero quell'intensità che si sente nelle emozioni trasmesse.
Ora la domanda giusta è: vivere per sempre è un bene? Vedere invecchiare e morire le persone che ami, non trovare mai una fine, essere amati e non poter amare per le difficoltà che si creano, vogliamo veramente l'immortalità? La pellicola in fondo cerca di rispondere, cerca di mostrare tutto ciò che comporterebbe la vita eterna e per me ci riesce, ti ritrovi avvolto completamente in una storia che personalmente vorrei rivedere altre mille volte, una storia che paradossalmente vorresti non finisse mai.
Blake Lively è la chiave del successo del film, la sua interpretazione è unica e accompagnata dalla sua straordinaria bellezza, sembra quasi condividere le proprie emozioni con lo spettatore. Sono rimasto altrettanto ammirato dal grande Harrison Ford che, anche se in una parte fondamentale ma breve, riesce in questo film a dare il suo tocco da attore con esperienza infinita e non ho altre parole per descriverlo se non di nuovo che sono del tutto ammirato dalla sua bravura dopo anni ed alcuni flop come l'ultimo capitolo di Indiana Jones (anche se la colpa è forse più da attribuire al vecchio Spielberg).
Anche gli altri grandi attori riescono a creare una cornice attorno alla bella storia della ultracentenaria donna, forse una piccola critica al coprotagonista, che attorniato da grandi attori che hanno dato il meglio lo offuscano alquanto. Il poco conosciuto regista ha fatto centro, e mi auguro vivamente di rivederlo presto sul grande schermo con un film di questo calibro, infine la buona stella e la bravura che accompagnano Lana Del Rey nel mondo musicale sembrano non finire mai, perchè anche in questo film con "Life is Beatiful" riesce a centrare un altro successo.
Che altro posso dirvi? Niente se non guardatelo che merita! Buona serata!


8.5/10

lunedì 25 maggio 2015

The Terminal (2004)

Aeroporti, attacchi terroristici e disastri aerei con un solo comun denominatore: Tom Hanks! Eh si! Perchè nel giro di una settimana è il terzo film che tratta almeno in parte il tema dell'aereo e come attore troviamo di nuovo lui, un grande attore per un grande film.
Steven Spielberg nel 2004 riporta a sua libera interpretazione la storia di un uomo che rimane bloccato per mesi (nella realtà invece anni) dentro un aeroporto. Sono molte le differenze con la storia vera, basti pensare che il vero malcapitato è rimasto nel terminal dell'aeroporto ben due anni anche dopo l'uscita del film, è iraniano e non di un fantomatico paese di origine sovietica come invece accade nel film.
Il simpatico e sfortunato Viktor Navorski (Tom Hanks) arriva a New York, ma durante il volo nel suo paese, la Krakozhia, c'è stato un terribile colpo di stato facendo perdere la validità del suo documento di viaggio. Si trova quindi in una sorta di limbo burocratico, di fatto non può nè calpestare il suolo americano nè rientrare in patria, quindi le autorità dell'aeroporto come unica alternativa devono lasciarlo in zona di transito internazionale, sperando che scappi in città non creando casini e diventando invece un problema dell'immigrazione, quindi di loro competenza. A contrario lui rispetta le regole e rimane nel terminal, vivendo quasi come un barbone in una zona chiusa per manutenzione e lavori vari.
E' incredibile come Spielberg in questo film riesca a fare un connubio tra comicità, tristezza e amore, la bravura del regista ormai è più che  riconosciuta, a volte con aspettative anche troppo alte, ma in questo bel film da prima serata di sicuro si riesce ad anticipare un sonno tranquillo, magari dopo aver versato una più che giusta lacrimuccia.
A me è piaciuto da morire, ci sono delle scene che ti fanno piegare dalle risate, uno stato d'ansia per il non sapere come andrà a finire e degli attori che sanno coinvolgere e non deludo alcuna aspettativa, la bellissima Catherine Zeta-Jones nel ruolo di Amelia, una hostess continuamente in transito nel terminal, grazie alla sua goffaggine e ingenuità farà innamorare il nostro protagonista, ma sono sicuro che trascinerà tanti altri spettatori in questa ragnatela!
Non mi resta che augurarvi una buona serata e una buona visione!


7.5/10

domenica 24 maggio 2015

Torneranno i prati (2014)

E' facile dimenticare come, esattamente un secolo fa, l'Italia entrò nel primo conflitto mondiale. Relativamente parlando è passato poco tempo eppure già ci sfugge un episodio così grave, certo lo ricordiamo nei libri di storia, ma coloro che hanno partecipato ormai non possono più raccontarcelo.
Oltre ai libri di storia qualcuno, come spesso accade, ha voluto riportare le vicende vissute su dei libri, a volte anche solo ispirati dalla guerra. "La Paura" è uno di questi, tratta una vicenda accaduta realmente, scritto da Federico De Roberto nel 1921 narra la storia di un gruppo di soldati in prima linea, nascosto in trincea nelle zone dell'Altopiano di Asiago. Gli infreddoliti soldati, dovrebbero recuperare un posto d'osservazione abbandonato, ma vengono tenuti di mira da un cecchino che mieterà le sue vittime. Ermanno Olmi, si è liberamente ispirato a questo libro creando un breve film da un'ora e un quarto, un film per ricordare, ciò che è successo ma non solo. Olmi è riuscito a racchiudere in questo film un'intera notte al fronte, con tante piccole realtà della guerra, il parlare sottovoce per non farsi sentire, l'atrocità della guerra tra bombardamenti e diserzioni, l'assordante silenzio dell'attesa, le difficoltà di un generale messo di fronte a delle scelte improponibili e anche semplici momenti di smarrimento nei propri pensieri.
Non è un film semplice, non è una di quelle pellicole che mostrano il classico lieto fine, è un film che mostra una realtà dura e cruda, una realtà che oggi come oggi non riusciamo ad immaginare essendo vissuti in un clima di pace, almeno nelle nostre terre, ci scandalizziamo per le guerriglie di strada e non pensiamo al fatto che in tre anni di guerra morirono 1240000 italiani, e facilmente scordiamo che tali guerre in molti paesi sono ancora in corso mietendo ogni giorno delle vittime.
E' bellissima la discordanza che si crea in un ambiente montanaro meraviglioso, che solitamente richiama quiete, pace e serenità, mentre invece viene spezzata da cannonate, spari, grida di dolore e anche dall'immensa inquietudine celata nelle menti di quei poveri soldati.
Il film potrebbe risultare un po' pesante, certi tempi sono veramente lunghi, ma insegna molto, fa capire realmente la brutalità di una guerra di trincea. Ammiratelo, guardatelo con serenità e pazienza, perchè riesce a darvi molto, ma tanto come riporta anche il titolo, torneranno i prati.
Buona visione e un affettuoso e caldo saluto a tutti!


8.5/10

sabato 23 maggio 2015

Giovanni Falcone (1993)



Ciao a tutti dal vostro Matteo!

Dopo tanto tempo torno a scrivere in questo blog (anche se, per chi l’avrà notato, il post su Lo Hobbit l’abbiamo scritto insieme io e Giovanni) e il modo migliore per ricominciare è scrivervi una recensione su un film che parla dell'evento di oggi. Che succede oggi? Oggi è il 23° anniversario dalla strage di Capaci dove morirono il giudice Falcone sua moglie Francesca Morvillo e la loro scorta.


  Il film come già suggerito dal titolo, parla della vita del giudice Falcone dalla laurea alla sua tragica morte ad opera di Cosa Nostra. E' interpretato da Michele Placido e accompagnato da Giancarlo Giannini nel ruolo del giudice Paolo Borsellino.
Il film trasmette allo spettatore quel senso di veloce ed intensa trama che è stata la stessa vita di Giovanni Falcone specialmente nella seconda parte del film riguardante il famoso Maxi Processo e tutto quello che ne ha conseguito.
Vi consiglio vivamente di guardarlo non solo per ricordare un UOMO ma soprattutto guardatelo per capire ed imparare un pezzo della nostra storia italiana accaduta non 50, 100 o 200 anni fa ma solo (e lo sottolineo) poco più di 20 anni fa e che si ripercuote fino ad oggi!

Buona Visione!

venerdì 22 maggio 2015

Molto forte, incredibilmente vicino (2011)

Il mio periodo da "11 settembre" sembra non finire più, quando mi fisso su una cosa me ne distolgo difficilmente o dopo un lungo lasso di tempo. Spesso però, questa mia testardaggine, mi porta a fare piacevoli scoperte e vedere cose che mi sono sfuggite nell'arco dei miei ventisei anni di vita, tra cui questo film, "Molto forte, incredibilmente vicino", che titolo ambiguo, fa sorgere subito il sano dubbio ad un cinefilo italiano che sia stato creato ad hoc da qualche traduttore, e invece per una volta si sono limitati a fare il loro dovere da traduttori e non si sono mossi sul difficile campo della creatività. Di sicuro il titolo rimane difficile, da spazio a molte domande quindi dobbiamo lasciarci travolgere dalla pellicola per avere delle risposte, che io non vi darò! Le ritengo intime e relative, ognuno di noi potrebbe trovare un responso diverso anche le domande stesse che ci poniamo sarebbero sicuramente diverse.
Il film comunque tratto dall'omonimo libro di Jonathan Foer, cioè la storia del piccolo Oskar Shell (Thomas Horn) alla ricerca del signor Black (Jeffrey Wright), ma perchè darsi tanta pena alla ricerca di una persona con un cognome così comune in America? La risposta sta nel fatto che Oskar perde il padre Thomas (Tom Hanks) nell'attentato alle torri gemelle. Il piccolo undicenne non riesce a darsi pace della perdita del padre e riascoltando più e più volte i messaggi lasciati nella segreteria esplora la casa alla ricerca di un qualche possibile messaggio, alla fine trova una busta con scritto sopra Black e con dentro una chiave particolare. Oskar si tuffa col suo fare metodico e ossessivo alla ricerca di una risposta, in questa avventura verrà accompagnato dal muto affittuario (Max von Sydow) della casa della nonna che poi si scoprirà essere il nonno. Il piccolo avventuriero avrà anche alle spalle un angelo custode, sua mamma (Sandra Bullock) che con apprensione lo seguirà o lo precederà nelle sue ricerche.
La pellicola merita assolutamente di essere vista, viene spontaneo essere coinvolti dalla carica del piccolo Oskar nel cercare delle risposte, e si è pienamente coinvolti nel suo dolore a cui è difficile dare un freno. Max von Sydow famoso per il ruolo dell'esorcista nell'omonimo film è stato nominato all'Oscar, nomination meritata e forse avrebbe anche meritato la vittoria. Come avete potuto leggere il cast è ottimo e questo porta la pellicola solo che a migliorare, difficile criticare chiunque nell'interpretazione e non solo, il film stesso in tutte le sue parti risulta difficilmente criticabile.
Vi lascio godere questo piccolo capolavoro di Stephen Daldry (famosissimo per Billy Elliot) e vi auguro una piacevole serata!


8/10

giovedì 21 maggio 2015

Qualcosa di straordinario (2012)

Kristen Bell resa famosa dalla sua interpretazione di Veronica Mars nell'omonima serie recentemente conclusa con un modesto film, non era del tutto sparita, qualche fan l'aveva intravista nel suo marginale ruolo in "Heroes", o qualche amante dell'attrice nelle terre anglofone si sarà reso conto del bel doppiaggio di Anna in "Frozen", ma una delle sue più belle interpretazioni è nascosta in un film non molto pubblicizzato: "Big Miracle" o "Qualcosa di Straordinario".
E' un film del 2012 di Ken Kwapis tratto dal libro "Freeing the Whales" di Thomas Rose tratto da una storia vera del 1988 avvenuta in Alaska dove tre balene grige rimaste imprigionate dalla veloce glaciazione di un muro di ghiaccio che ne ha proibito la fuga verso il mare aperto. La cosa ha creato un'esplosione mediatica che ha portato molti governi ad unirsi nel tentativo di salvataggio dei poveri cetacei.
La protagonista, nonostante il mio breve prologo da fan, non è Kristen Bell, che invece ha un ruolo da giornalista in cerca di gloria, ma del famoso "angelo di Charlie" Drew Barrymore, nel ruolo di Rachel Kramer un'attivista di Greenpiece che, informata dall'amico giornalista Carlson (John Krasinski), si batterà nel tentativo dell'impresa di salvataggio.
La pellicola come quasi tutte le storie tratte dalla realtà dei fatti mi è piaciuta anche se un po' noiosa in alcune delle sue parti. La lotta nel tentativo di salvare la piccola famigliola di balene è difficile, lunga e burocraticamente complicata, l'Alaska non è un luogo del tutto facile da raggiungere perciò i tentativi diventano difficili soprattutto per una questione di logistica e dall'ispessimento della parete di ghiaccio, solo l'unirsi di persone semplici e di immensi governi porterà alla soluzione.
Non è sempre facile passare delle emozioni, anzi di solito è l'agognato obiettivo di qualsiasi film, di sicuro, nel lungometraggio c'è la giusta dose di simpatia, ma la morte del piccolo cetaceo lascia quel senso di tristezza che solo il finale gioioso saprà consolare.
Mi sembra di avervi elencato tutto a grandi linee, vi lascio con un affettuoso saluto!


7.5/10

mercoledì 20 maggio 2015

United 93 (2006)

Sono passati ormai quattordici anni da quando quell'inconcepibile evento ha sconvolto l'America e riempito per mesi le nostre televisioni, portandoci ad una guerra di cui ancora oggi sentiamo il peso. Di quello che è accaduto ancora oggi non sappiamo come sia andata realmente, i dubbi sono troppi e le domande pure, hanno cercato di spiegarci com'è andata, ma pochi si sono fatti realmente convincere.
Allora sono nati dei film da quel che è successo, in ambito commerciale, i più conosciuti, sono "United 93" e "World Trade Center", il primo dei due, di cui parleremo oggi, tratta i fatti, forse avvenuti, nell'unico dei quattro voli che si è schiantato prima di colpire l'obiettivo, che secondo la ricostruzione doveva probabilmente essere la casa bianca. Se lo guardiamo in un'ottica cinematografica è parecchio scarso, andrò anche contro la grande critica ma lo trovo talmente stupido in certe sue parti che non me lo riesco a spiegare. Per esempio: i tempi di reazione della gente, dopo aver capito che la bomba era finta, o dopo aver capito che non avevano in ogni caso alcuna speranza o anche i terroristi che sembrano spaesati, senza una vera meta, assolutamente poco convinti, cosa che vedo difficile in persone che hanno un serio ideale, un credo fermo tanto da morire per esso non possono assolutamente avere una tale incertezza, il risultato è un film da poco, tanto che mi risulta inconcepibile capire come abbia potuto vincere un BAFTA ed essere nominato per l'Oscar.
Il film è del tutto inventato, nonostante ci sia a tutti gli effetti una scatola nera recuperata, è risaputo che l'FBI non ne ha diffuso il contenuto se non qualche porzione di dialogo, le telefonate dei passeggeri sono state spesso messe in dubbio, i cellulari sugli aerei non prendono e un dirottatore che sa pilotare un aereo di linea sa anche staccare i contatti dei satellitari dell'aereo, come del resto hanno saputo staccare tranquillamente il transponder. E' un grande dispiacere parlare così di un film che dovrebbe essere a memoria delle vittime di quel disastro, ma fossi un parente me ne risentirei non avendomi dato alcuna spiegazione reale, e inventarsi un film del genere lo vedrei come uno "sputo in un occhio".
Ho parlato anche troppo, lascio a voi l'ardua sentenza. Buona visione e buona serata!


5/10

martedì 19 maggio 2015

Cast Away (2000)

Più o meno a tutti è capitato per scherzo o per gioco che gli venisse posta la domanda: "Se fossi su un'isola deserta, cosa ti porteresti appresso? Qual è la persona o l'oggetto più indispensabile che vorresti avere con te in una situazione simile?". Il tema è vecchio, viene subito in mente il capolavoro di Daniel Defoe (Robinson Crusoe) un uomo che dopo una catastrofe, solitamente navale, si trova a vivere una difficile avventura in un luogo del tutto inesplorato. L'abbiamo visto in tutte le salse, in chiave futuristica o più semplicemente riportato ai giorni nostri.
Poco prima degli avvenimenti dell'11 settembre 2001, quando i controlli negli aeroporti non erano così impegnativi come quelli di oggi, Robert Zemeckis ebbe la stravagante idea di proporre sul grande schermo in maniera particolare e abbastanza realistica quello che sarebbe successo, dopo un disastro aereo, ad un naufrago su un'isola deserta. Chuck Noland (Tom Hanks) dirigente della FedEx (società di trasporto statunitense) è sempre in viaggio per aggiornare le varie succursali in giro per il mondo sui nuovi metodi di lavoro o anche semplicemente per farne da mentore al loro avvio. Chuck però ha anche una sua vita privata a  Memphis, e anche una bella ragazza di nome Kelly (Helen Hunt) dopo un'imbarazzante cena in famiglia Chuck è costretto a partire per lavoro, ma prima della partenza dichiara il suo amore ad Helen chiedendole di sposarlo. Ovviamente i bellissimi ricordi appena venutisi a creare si offuscano dal disastro che lo attende, infatti l'aereo precipita e Chuck unico sopravvissuto si trova su quest'isola deserta aiutato solo da quello che la marea porta sull'isola tra cui il suo nuovo compagno d'avventura Wilson.
Non posso e non voglio dilungarmi, il film è spettacolare e tutt'oggi viene spesso citato in trasmissioni, serie tv o addirittura altri film quindi se non l'avete già visto ve lo lascio gustare, basti pensare che dopo "Forrest Gump" sempre con Tom Hanks diretto da Zemeckis, la coppia sembrava creare solo successi e venne alla luce questo incredibile lungometraggio.
Le musiche, la bravura del grande protagonista, l'ambientazione sono la ricetta di un film indimenticabile anche dopo quindici anni.
Vi auguro una buona visione, anche se quelli della mia generazione ricorderanno che per un periodo alla televisione non davano altro! Buona serata!


8/10

lunedì 18 maggio 2015

Trilogia "Lo Hobbit" (2012-2014)

In occasione del cinquantesimo post sul blog, abbiamo deciso di proporvi una trilogia. Dopo una lunga ed affanosa ricerca di un colossal diviso in tre parti idoneo al nostro scopo, la nostra scelta è ricaduta su "Lo Hobbit" di Peter Jackson tratto dall'ononimo libro di J.R.R. Tolkien.
Indubbiamente quando si parla di Jackson non possiamo non menzionare "Il Signore degli Anelli" il quale nella totalità dell'opera ha vinto ben 19 Oscar, a contrario de "Lo Hobbit" che ne porta a casa la bellezza di zero con poche nomination al seguito.
Già con questa premessa possiamo capire a che genere di trilogia ci troviamo di fronte. Partiamo dall'idea di film messa a confronto con il libro da cui si ispira: come è possibile dividere un manoscritto, di poco più di trecento pagine, in una trilogia da circa nove ore?
Questo è il quesito principale che si sono posti in tanti nerd, compresi noi anche se non facciamo pienamente parte della categoria. Nove ore di pellicola da un libro di 1400 pagine (centinaio di più centinaio di meno) come "Il Signore degli anelli", sono più che comprensibili, forse addirittura poche, ma da un libricino di circa 300 pagine dilungarsi per tre ore ogni cento pagine diventa particolrmente pesante. Di fatto pensiamo che sia proprio questo il problema, i dialoghi troppo lunghi, personaggi e battaglie inesistenti o tratti da altri libri dello stesso Tolkien e via dicendo.
In particolare nel primo capitolo (Un viaggio inaspettato) ho il vivo ricordo di come mi trovai a chiacchierare durante la riproduzione, era così tedioso che distrarsi diventava particolarmente facile. In "La Desolazione di Smaug" invece siamo rimasti sorpresi dal finale, cinque minuti in più di ripresa e avremo potuto goderci la morte dell'immenso drago Smaug, invece hanno deciso di farci attendere la bellezza di 12 mesi prima di poterlo vedere trafitto dalla freccia nera di Bard l'arciere. Tra il secondo ed il terzo capitolo l'inesistente e stomacosa storia d'amore tra l'elfa Tauriel e il nano Kili, c'ha del tutto fatto perdere fiducia nelle possibilità della pellicola, possiamo capire il tema razziale, ma forse si è andati un po' oltre.
Purtroppo nonstante i grandi incassi, la buona critica e le grandi aspettative, noi siamo rimasti particolarmente delusi, e l'unica cosa a cui possiamo rendere merito è la grande interpretazione del protagonista (Martin Freeman) e sicuramente rivedere Gandalf (Ian McKellen) ha scaldato i nostri cuori da piccoli nerd allo sbaraglio.
Concludendo il risultato è un accettabile, ma di sicuro non essendo fedele al libro, non avendo quel tocco di magia che invece c'era ne "Il Signore degli Anelli", non rispettando le aspettative dei tanti appasionati, non sarà e non sarà mai un vero colossal.
Un augurio di una buona serata e per chi vuole una lunga maratona dal team di Ciakito!


7/10

domenica 17 maggio 2015

Hunger Games - Il canto della rivolta - Parte1 (2014)

Terzo ed ultimo capito della saga, in realtà quasi ultimo, i produttori e il regista hanno avuto la bella idea di dividerlo in due parti, quindi hanno lasciato tanti poveri fan, compreso me, con l'amara attesa della seconda parte de "Il canto della rivolta" che uscirà verso la fine dell'anno, per questo a mio modesto parere dobbiamo già togliere dei punti al lungometraggio.
La storia riducendola all'osso è che ci troviamo in guerra! Capitol City non è per niente contenta della fuga di Katniss e di un altro paio di tributi, anzi è furiosa, ed ancor di più il suo Presidente Snow che non sa più come mantenere l'ordine in una ribellione che sembra sopraffarlo.
Come mai dei distretti spauriti, poveri e ridotti alla fame riescono a sopraffare una capitale con un immenso esercito in suo possesso? Molto semplice, sono guidati dal potente e nascosto distretto tredici. Sì, proprio quel distretto che c'avevano detto fosse andato distrutto, ed invece, SCHERZONE sono ancora tutti là e con armi di ogni genere. Si erano nascosti nel sottosuolo e hanno proliferato con una mentalità di sopravvivenza militare, ma in ogni caso si trovano agli sgoccioli essendo resi sterili da un'epidemia di varicella e con una popolazione colpita da tante altre epidemia che li hanno decimati.
Vi lascio godere il film in pace e tranquillità, senza svelarvi altro. La pellicola mantiene la linea espressiva del precedente capitolo, quindi è veramente bello e riesce anche a seguire abbastanza bene la storia narrataci nel libro. Lawrence, il regista, riesce di nuovo a coinvolgere i fan tanto quanto li coinvolga il libro, e cosa che raramente accade, un vero "nerd" riesce a lamentarsi poco nelle differenze tra film e manoscritto.
Sono convinto che la parte migliore che saprà coinvolgere tutti sia racchiusa nella semplice ed efficace canzone "The Hanging Tree" cantata dalla stessa Jennifer Lawrence che dimostra la sua bravura non solo nel recitare ma anche nel cantare.
In attesa del prossimo film in questo clima sempre più oscuro, tetro, tenebroso e difficile, vi auguro una buona serata ed una buona visione!


8/10

sabato 16 maggio 2015

Hunger Games - La ragazza di fuoco (2013)

Ieri abbiamo parlato di Hunger Games, oggi parleremo del secondo capitolo della saga: La ragazza di fuoco. Questo film come detto ieri, è stata la mia iniziazione al futuristico mondo di Panem, l'America post-apocalittica ideata da Suzanne Collins. Solitamente i vincitori dei giochi della fame, non dovrebbero tornare nell'arena, ma naturalmente la scrittrice con una mossa un po' banale, cambia le carte in tavola e fa rientrare i nostri eroi, Katniss (Jennifer Lawrence), la giovane cacciatrice e Peeta (Josh Hutcherson), il ragazzo del pane, entrambi dal povero distretto dodici adibito alla raccolta del carbone.
La Ghiandaia imitatrice (soprannome di Katniss dovuto ad una spilla usata durante i precedenti hunger games) si trova di fronte ad un accenno di ribellione da parte dei distretti alla Capitale, ed essendone la causa per il suo gesto nell'ultima edizione degli hunger games viene in qualche modo rispedita, dall'infido Presidente Snow (Donald Sutherland), nell'arena. Dopo un lungo periodo di difficoltà amorose nel scegliere tra il grande amico e compagno di caccia Gale (Liam Hemsworth), prima della partenza, ed il compagno di disavventure dell'arena Peeta, la sua scelta sembra sempre più vertere sul ragazzo del pane.
E' un po' complicata da spiegare l'intera trama, bisogna assolutamente aver visto il primo capitolo e comprenderne le dinamiche, descritte meglio nel libro che nei film. A contrario di "The Hunger Games", "La ragazza di fuoco" è incredibilmente bello, segue il racconto narrato nel libro quasi alla lettera e gli effetti speciali sono degni di un premio Oscar, le musiche non perdono quel tocco appassionante del capitolo precedente e riescono a catapultarti in un ambiente ancora più psicologicamente dark, ogni sfumatura del libro viene colta e lo spettatore come raramente accade può goderne appieno il contenuto.
La regia è cambiata e si vede, stavolta la Lionsgate affida il secondo capitolo a Francis Lawrence, che col suo ottimo lavoro guadagna la regia anche del terzo capitolo che verrà poi diviso in due parti.
Ho solo una critica da fare a questo magnifico film, il poco tempo dedicato all'arena dell'edizione della memoria. ha dello spettacolare in un'idea semplice ma geniale, godetevela, come anche il film.
Buona serata e buona visione a tutti,


8/10

venerdì 15 maggio 2015

Hunger Games (2012)

Dopo aver ciarlato un po' sulla saga di Divergent, che non mi ha particolarmente affascinato, oggi vi parlerò di una saga che a contrario mi ha preso in tutto e per tutto, che, dopo averne visto un film, mi sono trovato a leggerne tutti i libri nell'arco di cinque giorni.
Suzanne Collins, scrittrice statunitense, ha creato un nuovo mondo futuristico e fantascientifico che ha coinvolto milioni di persone e, nell'arco di pochi anni, l'ha portata a creare anche una prima sceneggiatura per il cinema in questo film di Gary Ross, il tutto con una casa di produzione che negli ultimi anni sta crescendo a dismisura: la Lionsgate.
Quindi ecco a voi The Hunger Games, primo capitolo della saga Hunger Games, la storia di un'eroina che si sacrifica per la sorella affrontando i difficili "giochi della fame".
Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) vive in un'America post apocalittica, dove il potere è incentrato su una grande città, Capitol City, al di fuori di essa ci sono tredici distretti, di cui l'ultimo, il tredicesimo, è stato distrutto durante una guerra di ribellione. Dopo questa immensa guerra la capitale indice per punire i distretti gli Hunger Games, dei giochi dove si lotta all'ultimo sangue. I partecipanti sono due tributi (maschio e femmina) da ognuno dei dodici distretti, l'ultimo sopravvissuto ai giochi vince. Katniss diventa una volontaria per sostituire la piccola sorella Primrose (Willow Shields) e ne combinerà delle belle nella grande arena dei giochi, essendo un'abile cacciatrice.
Sono troppo coinvolto, vorrei raccontarvi tutta la storia per esteso, ma mi fermo qui e vi lascio godere la pellicola, parliamo invece del film in sè. La realtà è che come lungometraggio non mi è piaciuto per niente, se non avessi visto prima il secondo capitolo, trascinato da una persona a cui non saprei dire di no, non mi sarei appassionato tanto. Purtroppo come film è fatto veramente male, se poi uno ha anche letto il libro, rimane particolarmente deluso, ci sono delle imprecisioni che non danno quel tocco dark in più che invece è proprio dell'atmosfera del libro e come spesso accade, ma non nello scritto, sembra quasi mostrare che la morte di ragazzi tra i 12 e i 18 anni è normale, anzi un divertimento, cosa che è accettabile solo per la mente deviata degli abitanti della Capitale, ma non dovrebbe esserlo per gli spettatori. Entriamo in quel clima di "socialmente accettabile" sempre più diffuso. Cosa che colpisce invece nel film sono le meravigliose musiche che sanno perfettamente accompagnarne la visione, non ti abbandonano in quei tratti del film un po' più duri e ti sanno far emozionare tantissimo nonostante l'imprecisione delle riprese.
Jennifer Lawrence dimostra ancora una volta di essere una grandissima attrice, piace quel suo fare innocente e ingenuo nascosto dietro una ragazza a tratti salda e forte a tratti invece fragile. Josh Hutcherson fa la sua bella figura nel ruolo di Peeta, secondo tributo del distretto dodici e eterno innamorato della giovane compagna d'avventura, il suo volto molto espressivo è vincente nel difficile ruolo affidatogli.
Non mi dilungo oltre, quando una saga mi prende parlerei per ore, quindi vi saluto. A domani con una nuova recensione! Buona serata e buona visione.



7/10

giovedì 14 maggio 2015

Hugo Cabret (2011)

Vi piace il cinema? Volete conoscerlo un po' più a fondo anche nella sua breve storia, data la sua giovinezza? Allora questo bellissimo film di Martin Scorsese è immancabile nella vostra collezione.
La pellicola, ambientata a Parigi nel primo dopoguerra, racconta la storia di un giovane ragazzino orfano, ma incredibilmente bravo nel riparare orologi e tecnologia varia dell'epoca, è anche un ladruncolo ma solo per necessità dato che lo zio Claude (Ray Winstone), dopo essersene preso la responsabilità, sparisce e lo lascia nel suo covo dentro i cunicoli di manutenzione della stazione ferroviaria, dove il piccolo lo sostituisce come manutentore degli orologi. Lo scopo principale del giovane Hugo (Asa Butterfield) è riparare un vecchio automa con l'incredibile capacità di scrivere. Per recuperare i pezzi sgraffigna vari oggetti dal giocattolaio, uno dei tanti negozianti all'interno della stazione, che ben presto se ne accorge e lo coglie sul fatto facendosi restituire gli oggetti e scoprendo un quadernino di appunti che lo intimorisce alquanto.
Questo porterà Hugo a scoprire che la chiave di tutto è proprio il giocattolaio, che in realtà non è altri che Georges Melies (Ben Kingsley) uno dei padri della cinematografia, che caduto in disgrazia fatica ad accettare il suo passato da grande regista ridottosi ad un misero e povero negoziante.
Alla fine Hugo con la complicità di Isabelle (Chloe Grace Moretz), figlia adottiva di Melies, riesce a "riparare" lo stesso Georges e la sua vita distrutta, e non solo, in realtà , il piccolo riparatore riesce anche ad aggiustare il suo cuore spezzato dalla morte del padre.
Il film è tratto dal libro di Brian Selznick "La Straordinaria Invenzione di Hugo Cabret" in realtà è, nel complesso, un grande omaggio al grande Georges Melies, inventore del montaggio, dei film fantascientifici e degli effetti speciali, un vero mago, infatti prima di dedicarsi al cinema il grande regista fu anche un illusionista e dalla sua magica mente uscirono pellicole che per l'epoca erano inimmaginabili.
Personalmente mi è piaciuto tantissimo, lo consiglierei a chiunque, un cast d'eccezione tra cui spicca il grande Christopher Lee nel ruolo del libraio Labisse, ma anche lo stesso Ben Kingsley o anche Richard Griffiths, mancato un paio d'anni fa, nel ruolo un po' marginale del signor Fick. Il grande lavoro di Scorsese è stato ricompensato da ben 5 premi Oscar, ma purtroppo non alla sua grande regia che meritava a mio parere un riconoscimento, datogli però dai Golden Globe.
Non mi dilungo oltre anche se ci sarebbero altre mille cose da dire, non mi resta che augurarvi una buona serata e spero una buona visione.


9/10