lunedì 18 maggio 2015

Trilogia "Lo Hobbit" (2012-2014)

In occasione del cinquantesimo post sul blog, abbiamo deciso di proporvi una trilogia. Dopo una lunga ed affanosa ricerca di un colossal diviso in tre parti idoneo al nostro scopo, la nostra scelta è ricaduta su "Lo Hobbit" di Peter Jackson tratto dall'ononimo libro di J.R.R. Tolkien.
Indubbiamente quando si parla di Jackson non possiamo non menzionare "Il Signore degli Anelli" il quale nella totalità dell'opera ha vinto ben 19 Oscar, a contrario de "Lo Hobbit" che ne porta a casa la bellezza di zero con poche nomination al seguito.
Già con questa premessa possiamo capire a che genere di trilogia ci troviamo di fronte. Partiamo dall'idea di film messa a confronto con il libro da cui si ispira: come è possibile dividere un manoscritto, di poco più di trecento pagine, in una trilogia da circa nove ore?
Questo è il quesito principale che si sono posti in tanti nerd, compresi noi anche se non facciamo pienamente parte della categoria. Nove ore di pellicola da un libro di 1400 pagine (centinaio di più centinaio di meno) come "Il Signore degli anelli", sono più che comprensibili, forse addirittura poche, ma da un libricino di circa 300 pagine dilungarsi per tre ore ogni cento pagine diventa particolrmente pesante. Di fatto pensiamo che sia proprio questo il problema, i dialoghi troppo lunghi, personaggi e battaglie inesistenti o tratti da altri libri dello stesso Tolkien e via dicendo.
In particolare nel primo capitolo (Un viaggio inaspettato) ho il vivo ricordo di come mi trovai a chiacchierare durante la riproduzione, era così tedioso che distrarsi diventava particolarmente facile. In "La Desolazione di Smaug" invece siamo rimasti sorpresi dal finale, cinque minuti in più di ripresa e avremo potuto goderci la morte dell'immenso drago Smaug, invece hanno deciso di farci attendere la bellezza di 12 mesi prima di poterlo vedere trafitto dalla freccia nera di Bard l'arciere. Tra il secondo ed il terzo capitolo l'inesistente e stomacosa storia d'amore tra l'elfa Tauriel e il nano Kili, c'ha del tutto fatto perdere fiducia nelle possibilità della pellicola, possiamo capire il tema razziale, ma forse si è andati un po' oltre.
Purtroppo nonstante i grandi incassi, la buona critica e le grandi aspettative, noi siamo rimasti particolarmente delusi, e l'unica cosa a cui possiamo rendere merito è la grande interpretazione del protagonista (Martin Freeman) e sicuramente rivedere Gandalf (Ian McKellen) ha scaldato i nostri cuori da piccoli nerd allo sbaraglio.
Concludendo il risultato è un accettabile, ma di sicuro non essendo fedele al libro, non avendo quel tocco di magia che invece c'era ne "Il Signore degli Anelli", non rispettando le aspettative dei tanti appasionati, non sarà e non sarà mai un vero colossal.
Un augurio di una buona serata e per chi vuole una lunga maratona dal team di Ciakito!


7/10

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